Pazzia, morte e rinascita. Sono queste le tre fasi, i tre stati emozionali che il pellegrino deve attraversare lungo la via che da Saint- Jean-Pied-de-Port porta a Santiago de Compostela. Chi si mette in cammino lo sa: dovrà affrontare oltre ottocento chilometri, migliaia di passi, gioie e dolori, lacrime e sorrisi. Ognuno vive il pellegrinaggio a suo modo: per Erika Monteleone, andare a Santiago ha significato spogliarsi del proprio corpo per rinascere nell’autenticità dell’essenza; un incitamento ad accogliere il rischio liberandosi dalle catene sociali, un’ode alla vita, alla libertà e alla natura. Nel lento peregrinare sulla via che porta alla tomba dell’apostolo Giacomo ci si può smarrire, ma alla fine ci si ritrova sempre, spesso nella verità delle piccole cose.
Erika Monteleone
Nata a Massa nel 1982, dopo gli studi scientifici superiori si è iscritta alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze, dove si è laureata in Scienze e tecniche di psicologia clinica e di comunità. Impegnata nel sociale, ha lavorato come educatrice di comunità e nell’assistenza alla persona, e si è dedicata ad attività di volontariato presso una comunità keniana che si occupava di recupero e accoglienza di bambini malati e orfani. Appassionata di natura e viaggi, ha visitato diversi Paesi, riservando un tempo speciale al camminare.
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Erika Monteleone – A Santiago. Elogio del lento peregrinare
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Pazzia, morte e rinascita. Sono queste le tre fasi, i tre stati emozionali che il pellegrino deve attraversare lungo la via che da Saint- Jean-Pied-de-Port porta a Santiago de Compostela. Chi si mette in cammino lo sa: dovrà affrontare oltre ottocento chilometri, migliaia di passi, gioie e dolori, lacrime e sorrisi. Ognuno vive il pellegrinaggio a suo modo: per Erika Monteleone, andare a Santiago ha significato spogliarsi del proprio corpo per rinascere nell’autenticità dell’essenza; un incitamento ad accogliere il rischio liberandosi dalle catene sociali, un’ode alla vita, alla libertà e alla natura. Nel lento peregrinare sulla via che porta alla tomba dell’apostolo Giacomo ci si può smarrire, ma alla fine ci si ritrova sempre, spesso nella verità delle piccole cose.
Erika Monteleone
Nata a Massa nel 1982, dopo gli studi scientifici superiori si è iscritta alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze, dove si è laureata in Scienze e tecniche di psicologia clinica e di comunità. Impegnata nel sociale, ha lavorato come educatrice di comunità e nell’assistenza alla persona, e si è dedicata ad attività di volontariato presso una comunità keniana che si occupava di recupero e accoglienza di bambini malati e orfani. Appassionata di natura e viaggi, ha visitato diversi Paesi, riservando un tempo speciale al camminare.
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